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Il trionfo dell’autocelebrazione, è questo l’uomo più potente del mondo

Dalla Flotta d’oro all’intelligenza artificiale, Trump trasforma la politica in uno show personale

Il trionfo dell’autocelebrazione, è questo l’uomo più potente del mondo

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Potenza militare, avvertimenti globali ed ego presidenziale, cronaca ironica da Mar-a-Lago

Se l’autocelebrazione fosse una disciplina olimpica, Donald Trump sarebbe già sul podio, probabilmente da solo. L’ultima conferenza stampa a Mar-a-Lago sembra infatti più uno show che un briefing politico, con un copione che mescola potenza militare, avvertimenti planetari e un’estetica degna di un catalogo di lusso. Il tutto raccontato con la sicurezza di chi non ha dubbi, neppure quando parla di navi da guerra come fossero yacht personali.

Navi da guerra firmate Trump, quando il brand incontra i cannoni

La vera sorpresa, annunciata con orgoglio quasi natalizio, è la nuova classe di navi da guerra della Marina Usa. Nelle immagini proiettate alle spalle del Presidente campeggia una scritta che lascia poco spazio all’immaginazione: Trump Series. Le nuove unità dovranno sostituire una flotta definita dallo stesso Trump “vecchia, logora e obsoleta”. Il piano parte con due navi, poi dieci, poi venti o venticinque, perché quando si sogna in grande è meglio abbondare.

La flotta d’oro, potenza militare con standard estetici

Secondo il Presidente, queste navi saranno “più grandi, più veloci e 100 volte più potenti di qualsiasi altra nave da guerra americana”. Non solo: contribuiranno a mantenere la supremazia militare americana, a rilanciare l’industria cantieristica e, dettaglio non secondario, a incutere timore nei nemici. Il tutto all’interno della nuova Flotta d’oro, pensata anche per contrastare la Cina. Ma c’è un elemento in più, forse il più rivelatore: le navi dovranno aderire agli standard estetici del Presidente. Perché la guerra è una cosa seria, ma anche l’occhio vuole la sua parte.

Intelligenza artificiale, armi futuristiche e qualche dettaglio mancante

Le nuove unità saranno dotate di armi ipersoniche, cannoni elettrici, missili da crociera e laser sofisticatissimi. Ogni nave peserà tra le 30.000 e le 40.000 tonnellate e sarà costruita negli Stati Uniti. A governarle, almeno in parte, sarà l’intelligenza artificiale. “Saranno in gran parte controllate dall’intelligenza artificiale”, ha spiegato Trump, senza entrare nei dettagli. Del resto, quando il concetto è futuristico, le spiegazioni possono aspettare.

Le stoccate geopolitiche, tra avvertimenti e sarcasmo involontario

Lo show non si ferma alle navi. Arrivano anche le stoccate ai leader latinoamericani. Nicolás Maduro viene invitato a mostrare “intelligenza” lasciando il potere, mentre Gustavo Petro viene definito un “agitatore” che farebbe bene a stare attento. La risposta di Maduro non tarda: un presidente, dice, “non può pensare a governare altri Paesi”. Un’osservazione che, detta così, suona quasi come un commento ironico alla conferenza stessa.

Groenlandia, Kiev, Mosca e l’odio che resta

Nel frattempo, Trump ricorda che gli Stati Uniti hanno “bisogno della Groenlandia per la sicurezza nazionale”, perché nel mondo trumpiano anche i ghiacci diventano strategici. Sulle trattative tra Kiev e Mosca, invece, il giudizio è lapidario: “proseguono, ma c’è odio”. Una sintesi diplomatica essenziale, quasi minimalista.

Epstein, Clinton e il fastidio delle fotografie

Il finale è dedicato al caso Jeffrey Epstein, definito dal Presidente un diversivo per oscurare i “nostri successi”. Trump dice di “odiare vedere le foto di Bill Clinton” negli archivi declassificati, ricordando però che “tutti erano amici di questo tizio”, incluso lui stesso. Un passaggio che tenta di minimizzare, ma finisce per allargare il quadro, come spesso accade quando l’autoassoluzione diventa racconto.


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23 Dicembre 2025
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