All’estremità nord-occidentale della Somalia, affacciato sulla costa meridionale del golfo di Aden, il Somaliland torna al centro della scena internazionale. Dopo oltre trent’anni di isolamento diplomatico, la repubblica autoproclamata ottiene un riconoscimento formale che rompe un tabù geopolitico e apre nuovi scenari nel Corno d’Africa.
Il primo riconoscimento internazionale
Israele è diventato il primo Paese a riconoscere ufficialmente il Somaliland come Stato sovrano e indipendente. La dichiarazione è stata firmata dal primo ministro Benjamin Netanyahu, dal ministro degli Esteri Gideon Saar e dal presidente del Somaliland Abdirahman Mohamed Abdullahi. In occasione dell’annuncio, Abdullahi ha confermato che il Somaliland aderirà agli Accordi di Abramo, segnando un passaggio politico di forte rilievo.
Un territorio con radici coloniali precise
Il Somaliland si estende su circa 175.000 chilometri quadrati e coincide in larga parte con i confini dell’ex Somalia britannica. Fu colonia dell’Impero britannico dal 1884 fino al giugno del 1960. A sud si sviluppava la Somalia italiana, mentre la parte più settentrionale del territorio somalo venne affidata alla Francia, dando origine alla Somalia Francese, oggi Gibuti.
Una posizione strategica cruciale
Il valore del Somaliland non è solo storico. Il territorio si trova all’imbocco dello stretto di Bab el-Mandeb, uno dei passaggi marittimi più trafficati al mondo, snodo essenziale tra Oceano Indiano e Canale di Suez. Proprio questa collocazione ha reso l’area strategica per i commerci globali e, in passato, per i collegamenti di Londra con l’India.
Autonomia di fatto, riconoscimento mancato
Dal 1991 il Somaliland gode di una autonomia sostanziale: dispone di una propria moneta, di un esercito e di una polizia. Nonostante ciò, fino all’annuncio israeliano nessun Paese aveva mai formalizzato un riconoscimento ufficiale. Una situazione che ha lasciato il territorio in una sorta di limbo giuridico, stabile internamente ma invisibile sul piano diplomatico.
Il legame con la guerra a Gaza
La decisione di Israele non è legata solo a interessi economici o strategici. Il riconoscimento si inserisce nel contesto più ampio della guerra a Gaza. Durante la crisi, Netanyahu aveva ipotizzato il trasferimento di parte della popolazione gazawi proprio in Somaliland, un’ipotesi che ha contribuito ad accendere i riflettori internazionali sulla regione.
Le reazioni regionali e internazionali
La Somalia ha reagito con fermezza. Il ministero degli Esteri di Mogadiscio ha definito il riconoscimento israeliano un “attacco deliberato” alla propria sovranità. Un netto rifiuto è arrivato anche da Arabia Saudita, Egitto, Turchia e Gibuti. Anche l’Unione Africana ha dichiarato di “respingere con fermezza” la mossa di Israele, ribadendo che il Somaliland “rimane parte integrante della Repubblica Federale di Somalia”.
La posizione prudente degli Stati Uniti
Interpellato sulla questione, Donald Trump ha mantenuto una posizione attendista. “Valuteremo. Studio molte cose e prendo sempre ottime decisioni”, ha dichiarato al New York Post, salvo poi aggiungere con una battuta: “Qualcuno sa esattamente cos’è il Somaliland?”. Una risposta che riflette l’incertezza e la complessità del dossier.
29 Dicembre 2025
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