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Sanità pubblica, tra risorse, prevenzione e tutela di chi cura

Più fondi per la sanità, ma anche nuove regole su aggressioni, ricerca e prevenzione

Sanità pubblica, tra risorse, prevenzione e tutela di chi cura

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Dalla valorizzazione degli operatori alla ricerca, le priorità della sanità nella manovra

La nuova legge di Bilancio interviene in modo deciso sulla sanità pubblica, puntando su tre direttrici considerate strategiche: valorizzazione del personale sanitario, prevenzione e salute mentale. Un impianto che si accompagna a un aumento delle risorse, ma che richiama anche la necessità di una visione più ampia, capace di andare oltre la semplice allocazione dei fondi.

Più risorse, ma serve una visione

Nella manovra sono previsti 6,5 miliardi di euro in più rispetto all’anno precedente, un dato rilevante in termini assoluti. Tuttavia, come ha sottolineato il ministro della Salute Orazio Schillaci, “non c’è solo un problema di fondi, ma anche di come i fondi vengono utilizzati”. Il tema centrale diventa quindi l’efficacia della spesa e la capacità del sistema di tradurre le risorse in servizi migliori e più equi per i cittadini.

Personale sanitario, indennità e riconoscimento

Uno degli interventi principali riguarda la valorizzazione del personale sanitario, definita dal ministro come una priorità. La manovra prevede infatti un aumento delle indennità di specificità per chi lavora nella sanità pubblica, un segnale volto a riconoscere il ruolo centrale di medici, infermieri e operatori che garantiscono il funzionamento quotidiano del sistema sanitario nazionale.

Prevenzione, la chiave per il futuro

Ampio spazio viene dedicato alla prevenzione, considerata essenziale in un Paese che invecchia. I dati dell’Ocse indicano che l’Italia è oggi il primo Paese in Europa per aspettativa di vita, un risultato che conferma il buon funzionamento del servizio sanitario nazionale. Ma, come ricordato dal ministro, l’obiettivo è “avere meno malati in futuro per poter curare al meglio tutti”, garantendo pari opportunità di accesso alle cure, indipendentemente dal reddito o dal luogo di residenza.

Salute mentale, un piano atteso da anni

Un altro pilastro della manovra riguarda la salute mentale. Dopo 13 anni, viene approvato un piano nazionale dedicato, accompagnato da risorse specifiche. Si tratta di un passaggio significativo, considerando che i disturbi legati alla salute mentale coinvolgono sempre più persone, spesso già nei primi anni di vita, e richiedono risposte strutturate e continuative.

Aggressioni al personale sanitario, pene più severe

Sul fronte della sicurezza, la manovra rafforza le misure contro le aggressioni al personale sanitario. Le pene vengono inasprite fino all’arresto in flagranza differita per chi compie atti di violenza. Secondo i dati citati dal ministro, questi interventi stanno iniziando a produrre un cambiamento nel trend, anche se resta centrale la necessità di un cambio di rotta culturale. Particolarmente allarmante il dato secondo cui il 70% delle vittime di aggressioni, anche verbali, sono donne, spesso infermiere.

Ricerca e Irccs, investire nel futuro della sanità

Guardando al medio e lungo periodo, il governo punta anche sul rafforzamento della ricerca sanitaria. In Consiglio dei ministri è stata approvata una nuova legge dedicata agli Irccs, istituti in cui si integrano ricerca scientifica e attività clinica. L’obiettivo è aumentarne l’attrattività e favorirne la modernizzazione, aprendo maggiormente al mondo accademico e rafforzando i legami con gli altri enti del servizio sanitario nazionale.

Comunicazione e prevenzione, il ruolo delle campagne

Accanto alle misure strutturali, il ministero della Salute continua a investire in campagne di comunicazione. Dalla vaccinazione antinfluenzale alla lotta contro l’antimicrobico resistenza e l’uso improprio degli antibiotici, fino alle iniziative sulla prevenzione, l’obiettivo dichiarato è rafforzare la consapevolezza dei cittadini su temi cruciali per la sostenibilità del sistema sanitario.


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26 Dicembre 2025
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