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Ucraina, il piano di pace tra garanzie di sicurezza e nodi territoriali

Il piano illustrato da Zelensky punta a sicurezza, ricostruzione e cessate il fuoco, ma lascia aperti nodi territoriali cruciali

Ucraina, il piano di pace tra garanzie di sicurezza e nodi territoriali

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Garanzie Nato, adesione Ue e gestione di Zaporizhzhia, i punti chiave del nuovo piano per l’Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha illustrato pubblicamente i contenuti di un nuovo piano sostenuto dagli Stati Uniti per porre fine alla guerra in Ucraina. Il documento, frutto di negoziati tra Kiev e Washington e già trasmesso a Mosca, punta a costruire un quadro di sicurezza e ricostruzione di lungo periodo, pur lasciando aperte alcune delle questioni più sensibili del conflitto.

Un documento negoziato e ancora riservato

Il piano, elaborato durante colloqui tenuti a Miami, non è stato reso pubblico nella sua forma integrale. Volodymyr Zelensky ha preferito illustrarne i contenuti punto per punto nel corso di un briefing con la stampa a Kiev, spiegando che il testo sarà affiancato da ulteriori accordi bilaterali tra Stati Uniti e Ucraina, incentrati sulle garanzie di sicurezza e sulla ricostruzione post-bellica.

Sovranità e patto di non aggressione

Uno dei cardini del piano è la riaffermazione della sovranità dell’Ucraina, riconosciuta formalmente da tutti i firmatari dell’accordo. Il documento prevede inoltre un patto di non aggressione totale e incondizionato tra Russia e Ucraina, accompagnato da un sistema di monitoraggio internazionale della linea di contatto, basato anche sulla sorveglianza aerea senza pilota per segnalare rapidamente eventuali violazioni.

Garanzie di sicurezza e ruolo internazionale

Al centro del piano vi sono le garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Le Forze armate ucraine manterrebbero una forza di pace di 800.000 effettivi, mentre Stati Uniti, Nato e Paesi europei firmatari offrirebbero tutele ispirate all’Articolo 5. In caso di aggressione russa, scatterebbe una risposta coordinata e il ripristino delle sanzioni globali; al contrario, un’azione militare ucraina non provocata annullerebbe tali garanzie.

Europa, sviluppo economico e ricostruzione

Il piano prevede l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea entro un calendario definito, con un accesso preferenziale al mercato europeo già nel breve periodo. Parallelamente viene delineato un ampio programma di sviluppo e investimenti, che include la creazione di un Fondo di Sviluppo per l’Ucraina, investimenti in tecnologia, data center e intelligenza artificiale, oltre alla modernizzazione delle infrastrutture energetiche. Un ruolo chiave sarebbe affidato anche alla Banca Mondiale, chiamata a garantire strumenti finanziari dedicati.

Territori contesi e centrale di Zaporizhzhia

Restano aperti i nodi più delicati legati al controllo territoriale. Le regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson vedrebbero riconosciuta come linea di contatto la posizione attuale delle truppe, sotto monitoraggio internazionale. Particolarmente sensibile la gestione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, che verrebbe amministrata congiuntamente da Ucraina, Stati Uniti e Russia, nel rispetto del Trattato di non proliferazione nucleare.

Aspetti umanitari, elezioni e cessate il fuoco

Il documento dedica ampio spazio agli aspetti umanitari, prevedendo uno scambio di prigionieri “tutti per tutti”, il rilascio dei civili detenuti e misure a sostegno delle vittime del conflitto. Dopo la firma dell’accordo, l’Ucraina dovrebbe indire elezioni nel più breve tempo possibile. L’attuazione dell’intesa sarebbe affidata a un Consiglio di Pace presieduto da Donald Trump, con la partecipazione di Ucraina, Europa, Nato, Russia e Stati Uniti. Una volta accettato da tutte le parti, entrerebbe in vigore un cessate il fuoco immediato.


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24 Dicembre 2025
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