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Un cuore nuovo per Natale, la forza della medicina pediatrica

Al Bambino Gesù di Roma due trapianti di cuore pediatrici permettono ai piccoli pazienti di vivere il Natale in reparto

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Un cuore nuovo per Natale, la forza della medicina pediatrica

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Un cuore nuovo, un farmaco innovativo e un lavoro di squadra, la storia di due bambini e della sanità che funziona

A volte le notizie riescono a fermare il rumore di fondo dell’attualità. È successo con la storia di due bambini che, a pochi giorni dal Natale, hanno ricevuto il regalo più grande possibile: un cuore nuovo. Un evento medico complesso, ma anche profondamente umano, che racconta cosa significa oggi sanità pediatrica di eccellenza.

Due bambini e una lunga attesa

Marco e Andrea, nomi di fantasia, hanno rispettivamente 6 e 8 anni e una storia clinica alle spalle fatta di attese, terapie e speranza. Entrambi erano in lista per un trapianto di cuore da mesi, in condizioni che non lasciavano alternative. Gli interventi sono stati eseguiti il 18 e il 20 dicembre presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, uno dei principali centri di riferimento per la cardiochirurgia pediatrica.

Il risveglio alla vigilia di Natale

Dopo il trapianto, i due bambini sono stati mantenuti in coma farmacologico per diversi giorni. La sedazione è stata ridotta progressivamente fino al completo risveglio, avvenuto la mattina del 24 dicembre. Un momento carico di significato, che ha permesso loro di trascorrere il Natale in reparto insieme alle rispettive famiglie, arrivate da Lazio e Umbria.

Una domanda che dice tutto

Poco dopo il risveglio, Marco ha posto una domanda semplice e potentissima: “Ma qui da me Babbo Natale non ci viene?”. Una frase che racconta meglio di qualsiasi dato statistico cosa significhi restituire l’infanzia a un bambino dopo mesi di ospedale, terapie e incertezze. Marco era affetto da una cardiomiopatia restrittiva ed era in attesa di un cuore dal mese di ottobre.

Il caso clinico più complesso

Andrea, invece, conviveva con una cardiopatia congenita complessa ed era già stato sottoposto a un intervento correttivo. La sua situazione era particolarmente delicata: i precedenti trattamenti avevano provocato una ipersensibilizzazione del sistema immunitario, rendendo di fatto impossibile il trapianto. Per superare questo ostacolo è stato utilizzato, per la prima volta in ambito pediatrico, un nuovo farmaco capace di agire sulle cellule della memoria immunitaria, riducendo gli anticorpi e consentendo l’intervento.

Equipe, competenze e lavoro di squadra

I trapianti sono stati eseguiti da due diverse equipe cardiochirurgiche guidate dai dottori Lorenzo Galletti e Adriano Carotti. Il percorso clinico dei bambini è stato seguito dalla dottoressa Rachele Adorisio, mentre il post-operatorio si svolge nell’unità di Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica diretta dal dottor Luca Di Chiara. Un esempio concreto di come la medicina di squadra possa fare la differenza nei casi più complessi.

Quando la medicina incontra la vita

Questa storia non parla solo di tecnologia avanzata o di farmaci innovativi. Parla di tempo restituito, di feste passate in ospedale che diventano meno pesanti, di genitori che tornano a respirare. E ricorda che, anche nei contesti più difficili, la sanità pubblica di eccellenza può ancora regalare finali che somigliano a nuovi inizi.


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30 Dicembre 2025
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