Un’operazione congiunta di polizia, Digos e Guardia di Finanza ha portato all’arresto di nove persone accusate di aver finanziato Hamas attraverso una rete di associazioni. Al centro dell’inchiesta c’è Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione dei palestinesi in Italia, indicato dagli investigatori come figura chiave del presunto sistema di sostegno economico all’organizzazione terroristica.
Il ruolo di Mohammad Hannoun secondo gli inquirenti
Secondo gli atti dell’indagine, Mohammad Hannoun sarebbe stato un membro del comparto estero di Hamas e il vertice della cellula italiana. Gli investigatori ritengono che fosse coinvolto in attività di raccolta e trasferimento di fondi destinati all’organizzazione, per un totale stimato di oltre sette milioni di euro, convogliati attraverso strutture associative.
Il rischio di fuga e il progetto di trasferimento
Alla base della misura cautelare c’è anche il concreto e attualissimo pericolo di fuga. La giudice per le indagini preliminari Silvia Carpanini, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sottolinea come Hannoun fosse ormai pronto a trasferirsi definitivamente in Turchia. Dalle intercettazioni emerge che il piano di spostare all’estero le attività di finanziamento fosse già in fase avanzata di attuazione.
Il timore di inquinamento probatorio
Oltre al rischio di fuga, la gip del Tribunale di Genova evidenzia anche il pericolo di inquinamento probatorio. Secondo quanto riportato nel provvedimento, Hannoun e gli altri indagati avrebbero “ripetutamente ripulito” i propri dispositivi elettronici, nel tentativo di cancellare tracce utili alle indagini e ostacolare il lavoro degli investigatori.
Nove arresti e tre associazioni coinvolte
L’operazione ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di nove persone, tutte destinate alla custodia in carcere, e di tre associazioni ritenute coinvolte nel sistema di finanziamento. Gli arresti sono stati effettuati nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, che segue il filone più ampio dei flussi finanziari verso organizzazioni terroristiche.
Un’inchiesta che rafforza l’allerta sul territorio
Il caso riporta l’attenzione sul tema del finanziamento del terrorismo internazionale e sul ruolo delle reti logistiche e associative presenti in Europa. Le accuse, ancora al vaglio dell’autorità giudiziaria, delineano uno scenario in cui l’Italia viene considerata un possibile nodo operativo, con ramificazioni all’estero e collegamenti diretti con aree geopoliticamente sensibili.
27 Dicembre 2025
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