Nel pieno della quotidianità romana, dove i bambini entrano ed escono da scuola con zaini colorati e passi leggeri, è comparsa un’immagine che spezza il ritmo abituale e costringe a fermarsi. Proprio davanti a una scuola elementare in via Bobbio, una nuova opera di Laika richiama l’attenzione su un tema che riguarda tutti: l’infanzia negata dalle guerre. L’artista ha scelto un bambino palestinese mutilato, due lacrime nere e un messaggio diretto, “Shame on you”, un’accusa universale rivolta a chi chiude gli occhi o diventa complice delle tragedie umane.
L’impatto emotivo dell’opera di Laika
L’apparizione dell’opera non passa inosservata. La figura di un bambino amputato, stilisticamente semplice ma narrativamente potentissima, provoca uno shock immediato. Secondo l’artista, la frase “Shame on you” non punta il dito solo contro chi commette violenze dirette, ma anche verso chi rimane indifferente. È come se la città, attraverso quel muro, venisse invitata ad assumersi una responsabilità collettiva.
Una Giornata mondiale dell’Infanzia difficile da celebrare
Quest’anno, la Giornata mondiale dell’Infanzia si accompagna a numeri che fanno fatica anche solo a essere pronunciati. I dati diffusi da Save the Children parlano chiaro: oltre 20.000 bambini uccisi a Gaza dall’ottobre 2023, più di 64.000 tra uccisi e mutilati nei mesi successivi, mentre nel mondo circa mezzo miliardo di minori vive in aree di conflitto. In Sudan, ogni 10 secondi un bambino è costretto alla fuga. È un bollettino che sembra infinito e che trasforma ogni statistica in una storia interrotta troppo presto.
Bambini e guerre, una ferita che attraversa confini
La sofferenza dei minori coinvolti nei conflitti non ha geografia. Gaza, Sudan, Yemen, Ucraina, Repubblica Democratica del Congo: ogni area di crisi restituisce la stessa immagine, bambini che perdono famiglia, casa, scuola, sicurezza. L’opera di Laika non parla solo di Palestina, ma rappresenta simbolicamente tutti quei volti anonimi che non compaiono nelle prime pagine dei giornali.
Il ruolo della società civile, tra memoria e responsabilità
Osservare un murale può sembrare un gesto semplice, ma è proprio da queste piccole interruzioni della normalità che può nascere un cambiamento. Il messaggio dell’artista vuole ricordare che la responsabilità non riguarda solo governi e istituzioni, ma anche la società civile. Fermarsi, riflettere e informarsi è già un passo. La scelta di installare l’opera davanti a una scuola sottolinea un punto essenziale: la protezione dell’infanzia è il fondamento di qualsiasi futuro possibile.
Quando l’arte diventa testimonianza
L’arte urbana ha spesso il compito di provocare, denunciare e interrompere l’indifferenza. Qui non ci sono colori vivaci né figure elaborate: il linguaggio è essenziale, quasi un pugno allo stomaco. Laika, commentando il suo lavoro, ha dichiarato che “abbiamo tradito i diritti dei bambini”. Parole dure, che costringono a un confronto personale. Questo tradimento non è astratto: riguarda promesse non mantenute, convenzioni internazionali ignorate, crisi lasciate incancrenire.
20 Novembre 2025
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