C’è un filo invisibile che unisce le sale di Palazzo Zabarella a Padova ai caffè parigini dove, all’inizio del Novecento, artisti e collezionisti discutevano di arte e rivoluzione. Quel filo porta oggi il nome di “Modigliani, Picasso e le voci della modernità dal Museo LaM”, un’esposizione che riporta in Italia l’anima inquieta della Parigi bohémien e la libertà delle avanguardie.
Un racconto di passioni e visioni
L’iniziativa, promossa da Fondazione Bano insieme al Museo LaM di Lille, raccoglie 65 opere di 30 artisti che hanno segnato la storia dell’arte del XX secolo. Dal cubismo di Picasso e Braque fino al segno deciso di Bernard Buffet, la mostra accompagna il visitatore in un viaggio che attraversa due guerre, utopie e disillusioni, ma anche la ricerca ostinata di un nuovo modo di guardare il mondo.
Dutilleul e la nascita di una collezione libera
All’origine di tutto c’è Roger Dutilleul (1872-1956), un industriale francese che all’arte non chiese mai regole ma emozioni. Nel 1913 incontrò Amedeo Modigliani, e da quella conoscenza nacque una delle collezioni più appassionate e libere del Novecento. Le sue opere, insieme a quelle ereditate dal nipote Jean Musarel e dalla moglie Geneviéve, costituirono nel 1983 il cuore del Museo LaM di Villeneuve d’Ascq, oggi tra i più originali d’Europa.
Modigliani, un museo personale
Una delle sezioni più emozionanti dell’esposizione è dedicata proprio all’artista livornese. “Un museo personale” raccoglie alcuni dei suoi capolavori, tra cui Maternità (1919) e Nudo seduto con camicia (1917), opere che raccontano la tenerezza e la fragilità umana attraverso volti e corpi sospesi nel tempo.
Picasso e la rivoluzione dello sguardo
Accanto a Modigliani, il genio di Pablo Picasso emerge in sei dipinti che mostrano la forza e la rottura del cubismo. La sua capacità di scomporre la realtà per ricomporla in un nuovo ordine visivo diventa simbolo di una modernità che non teme di distruggere per rinascere.
L’altra faccia della modernità
La mostra si chiude con un omaggio all’Art Brut, il movimento ideato da Jean Dubuffet che riscoprì la potenza creativa degli autodidatti e degli artisti “irregolari”. In dialogo con Slavko Kopac e altri protagonisti, queste opere mostrano come la libertà espressiva possa nascere anche lontano dalle accademie e dai mercati.
Un ponte tra mondi
Da Parigi a Lille, fino a Padova, la mostra diventa un ponte tra epoche e sensibilità, tra la pittura raffinata delle avanguardie e la forza istintiva dell’arte spontanea. È il racconto di un secolo che, tra crisi e rinascite, ha cercato di dare forma al pensiero e voce alla modernità.
16 Ottobre 2025
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