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Leadership al femminile, quando le donne guidano le imprese familiari con successo

Le donne Ceo nelle imprese familiari italiane sono solo il 9%, ma quando guidano lo fanno con risultati migliori.

Leadership al femminile, quando le donne guidano le imprese familiari con successo

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Responsabilità sociale, visione d’insieme e resilienza, così le donne cambiano il volto delle imprese di famiglia.

In Italia, i vertici aziendali parlano ancora poco al femminile. Anche nelle imprese familiari, storicamente più conservative, le donne che ricoprono ruoli di Ceo o presidenti sono una netta minoranza. Miuccia Prada e Donatella Versace, due icone dell’imprenditoria creativa italiana, hanno lasciato la guida operativa delle rispettive aziende. Resistono invece figure come Marina Berlusconi, Chiara Ferragni, Azzurra Caltagirone e Michela Cattaruzza, tra le pochissime a presidiare i livelli più alti del potere imprenditoriale nazionale.

Un 9% che pesa più di quanto si creda

Secondo i dati Deloitte del 2024, solo il 9% delle aziende familiari italiane ha una donna al comando. Se si allarga lo sguardo a tutte le imprese, la percentuale sale al 17% (fonte Istat). Numeri ancora bassi, ma carichi di significato se si considera che, come confermato da numerose ricerche, la presenza femminile alla guida delle imprese non è solo un fatto di equità, ma di efficienza e risultati. Le aziende guidate da donne, infatti, ottengono spesso performance migliori, sia dal punto di vista economico che nei rapporti con dipendenti, clienti e stakeholder.

Uno studio globale conferma, lei fa più di lui

Un’indagine appena pubblicata sul Journal of Business Ethics, dal titolo eloquente Can Women Save a Man’s World?, dimostra che le Ceo donne nelle imprese familiari ottengono risultati superiori rispetto ai colleghi uomini. Lo studio ha coinvolto 1555 aziende in 29 paesi e mostra come la leadership femminile abbia un impatto più positivo in contesti sociali favorevoli, ma anche – e sorprendentemente – in ambienti ostili o discriminatori. La resilienza, la capacità di adattamento e la visione sociale delle donne manager emergono come veri punti di forza.

Responsabilità sociale, le donne in prima linea

Le ricercatrici e i ricercatori coinvolti sottolineano come le donne leader siano mediamente più sensibili alla responsabilità sociale d’impresa (Csr). Si tratta di azioni che non solo aiutano a migliorare l’immagine aziendale, ma che incidono positivamente sull’ambiente, sulla società e sulla sostenibilità nel lungo periodo. Nelle imprese familiari, dove spesso la cultura aziendale è più lenta a cambiare, questa inclinazione al bene comune risulta ancora più preziosa.

Contesto legale e culturale, un ostacolo che può diventare motore

La ricerca evidenzia come la normativa vigente in ciascun paese possa amplificare o frenare il contributo femminile alla leadership. Europa, Canada, Stati Uniti e Australia sono ai primi posti per equità legale, mentre molte aree dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia Sud-orientale pongono ancora restrizioni giuridiche alle donne. Nonostante ciò, proprio in questi contesti difficili le donne leader mostrano un impegno superiore, quasi a voler colmare con la motivazione i limiti imposti dalla cultura o dalla legge.

Superare la tradizione, un passo necessario per l’evoluzione

Nel mondo delle imprese familiari, spesso legato a dinamiche tradizionali, il cambiamento può apparire lento. Ma proprio qui il valore di una guida femminile può fare la differenza. Non si tratta solo di “quote rosa”, ma di una reale opportunità di innovazione. Le donne che oggi ricoprono ruoli apicali lo fanno con determinazione, spesso controcorrente, e con una visione allargata che può contribuire a ridefinire il concetto stesso di successo aziendale.


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08 Maggio 2025
© Redazione editoriale PANTA-REI
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